A 19 anni,
dopo aver fallito il test per entrare a scienze diplomatiche (mentre la mia amica, che l'aveva fatto tanto per fare, che quella facoltà le faceva schifo ed era disperata d'amore e intenzionata ad andare in Francia, lo ha passato alla grande, lei!),
non sapevo davvero che direzione dare alla mia vita.
Di li a poco l'idea di andare via un anno.
Divento ragazza alla pari, un'au pair.
Vado a vivere a Londra, a Putney
la mia nuova famiglia ha tre bambini
Ben di soli 6 mesi, Beth di 3 anni e Jenny di 5.
Solo una volta lì, scopro (non mi era stato negato, semplicemente l'info non mi era arrivata),
che i due più piccoli sono, o meglio, saranno bimbi diversamente abili.
Li ho amati da morire i due più piccoli, Bethy col suo modo divertente di parlare mi faceva morire, era una bimba dolcissima
"I don'want to", mi diceva battendo i piedi, poi faceva tutto lo stesso...
Conservo mille ricordi di questa famiglia,
ricordo l'espressione di Isobel quando le hanno diagnosticato la grave malattia di Ben.
Ricordo il suo sguardo triste, la sua disperazione composta.
Anni dopo, in un bigliettino di Natale, dove accennava alla situazione di Ben, mi scrisse " devo aver fatto proprio qualcosa di brutto in un'altra mia vita per vivere questo oggi".
Ho provato una pena infinita.
In questa famiglia si è cercato con
tanta forza, pazienza, buon umore, intelligenza e amore,
di dare e di fare
il meglio per questi bambini,
per poter garantire loro un futuro possibile.
Assieme a Isobel facevo mille giochi per stimolare e divertire i più piccoli e si,
in questa casa c'è sempre stata tanta allegria, tanti sorrisi, tanta pazienza.
In questa casa i genitori quando potevano partire per un we da soli, lo facevano senza pensarci due volte...
ora capisco il valore fondamentale di quelle uscite
era necessario per vivere, o sopravvivere, per rifare il pieno di energia, per affrontare con la giusta forza ogni singola giornata della vita di quei bambini.
Non ci siamo mai lasciati.
Sono tornata da loro tutte le estati fino alla fine dell'università,
per un po' li ho potuti vedere crescere.
Poi gli incontri si son fatti più radi e mi sono
accontentata delle news annuali che mi mandavano a Natale
Due settimane fa ho rivisto Isobel e Neil a Venezia, da folli che sono hanno voluto partecipare alla Vogalonga. E' stato così bello tornare a parlarci, ascoltare il loro modo divertente di raccontare la loro vita e quella dei miei, ora, ragazzi.
Sia Beth che Ben vivono in piccole strutture dove persone competenti e capaci li aiutano a gestire al meglio le loro necessità,
sono felici, stanno bene. Jenny, la più grande è una giovane donna in carriera.
Ammiro profondamente questa coppia, che ha saputo guardare avanti sempre, che ha studiato e si è battuta per dare ai figli il giusto sostegno.
Penso davvero che non ci sia strumento più potente dell'amore,
è stato un incontro fortunato il mio,
uno di quelli che porto nel cuore e che ho voluto condividere qui con voi oggi.
credits: the last pic "Beth and me" is my own as well as the greeting card one
all the others are my pinterest
Ciao